Una sorta di carezza a contrappelo ha ci ha consentito di studiare il complesso del vecchio caseificio e fare quindi una selezione attenta dei fabbricati, individuando quelli che occorreva o meritava recuperare, quelli che era necessario demolire per definire dei vuoti o per rendere possibile nuove costruzioni. Dall’esame dei manufatti esistenti e in considerazione delle richieste della committenza si è potuto schematicamente suddividere l’isolato oggetto dell’intervento in due parti principali: la parte nord e la parte sud. La parte nord si presenta oggi caratterizzata dal corpo dei fabbricati che rappresentano la maggior quantità di volumetrie edilizie, con il maggior sviluppo in altezza, con affacci rilevanti sul Corso Italia e su via Milano; la parte sud è quella caratterizzata da una serie di capannoni industriali, le cui navate sono disposte secondo l’orientamento nord-sud. Con un intervento di selezione e sottrazione, si punta innanzitutto a generare un sistema di vuoti e pieni, spazi aperti ed edifici, che danno vita ad un nuovo assetto dell’isolato che nella parte nord conferma la presenza di un blocco edilizio più compatto (pur planimetricamente rivelatore della sua complessità e diacronicità), arricchito da una nuova molteplicità e varietà di spazi e funzioni speciali; nella parte sud dell’isolato si punta a definire un sistema più articolato formato da due piazze disposte a L “quale frequentemente si ritrova nelle antiche città italiane”, cui si connettono altri ampi slarghi, generati selezionando gli ambienti attualmente coperti da capannoni, conclusi dal nuovo edificio a L destinato alle nuove residenze.